Una sussidiaria del colosso energetico russo Gazprom, controllato dallo Stato, ha annunciato il riavvio della produzione in uno stabilimento di elettrodomestici a San Pietroburgo, precedentemente appartenente al gruppo tedesco Bosch. La notizia è stata diffusa da media statali russi come Kommersant e Interfax.
🏭 Dalla Germania alla Russia: il destino dello stabilimento Bosch
Bosch aveva interrotto le attività in Russia nel marzo 2022, poco dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Mosca. L’azienda aveva sospeso le consegne ai clienti russi anche a causa delle preoccupazioni sull’uso militare dei suoi componenti: il ministro degli Esteri ucraino dell’epoca, Dmytro Kuleba, accusò Bosch di aver fornito parti utilizzate per veicoli militari russi entrati in Ucraina. Da allora, Bosch ha dichiarato pubblicamente di non avere più alcun legame operativo con la Russia e ha ribadito che non ha intenzione di cambiare questa posizione.
Tuttavia, come accaduto a molte imprese occidentali che hanno lasciato il mercato russo, lo stabilimento Bosch è stato rilevato dallo Stato russo, più precisamente dalla sussidiaria Gazprom Household Systems. Secondo i media locali, la società intende riprendere al più presto la produzione di elettrodomestici, come lavatrici e frigoriferi, utilizzando le strutture industriali lasciate in eredità dall’azienda tedesca.
⛽ Il contesto economico: Gazprom in difficoltà
La mossa arriva in un momento delicato per Gazprom. Una volta simbolo della potenza economica russa e strumento di pressione geopolitica, il colosso del gas ha registrato nel 2024 una perdita netta di oltre 12 miliardi di dollari. Le cause sono molteplici:
- la fine del contratto di transito del gas con l’Ucraina, avvenuta all’inizio del 2025;
- il crollo delle esportazioni verso l’Europa, che si è affrettata a ridurre la sua dipendenza dal gas russo;
- le sanzioni occidentali, che hanno colpito duramente le entrate energetiche russe;
- il tentativo, finora incompleto, di sostituire i mercati europei con nuove esportazioni verso la Cina, attraverso il gasdotto Power of Siberia e il progetto ancora in discussione Power of Siberia-2.
💼 Le nazionalizzazioni silenziose e il nuovo volto dell’industria russa
Secondo l’Università di Yale, oltre 1.000 imprese internazionali hanno lasciato o ridimensionato la propria presenza in Russia dall’inizio del conflitto. Il Cremlino ha approfittato di questo esodo per appropriarsi — spesso a prezzi di saldo — di strutture industriali, brevetti, stabilimenti e macchinari.
La ripresa della produzione nello stabilimento Bosch è simbolica: rappresenta il tentativo del governo russo di rilanciare la produzione interna e mantenere a galla l’economia industriale, in particolare nei settori più colpiti dalle sanzioni e dall’isolamento internazionale. Ma solleva anche interrogativi importanti: con quali competenze, con quali tecnologie, e con quali fornitori sarà possibile sostituire l’ex know-how occidentale?
📌 Fonti:
- Newsweek – Russia’s Gazprom to Restart Production at Seized Bosch Factory
- Kommersant – Газпром начнет выпускать бытовую технику на бывшем заводе Bosch
- Interfax – Завод Bosch в Петербурге начнет производство техники под управлением “Газпрома”
- Newsweek – Zelensky Hails One of Russia’s ‘Biggest Defeats’ With Gas Cut
- Yale School of Management – List of Companies That Have Left Russia
- Financial Times – Gazprom considers record job cuts
- Reuters – Gazprom’s grandeur fades
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