Oltre 1 milione di giovani nordcoreani si sarebbero arruolati o riarruolati volontariamente nell’esercito, in risposta alle crescenti tensioni con la Corea del Sud. Questo reclutamento di massa è stato interpretato come una mossa propagandistica del regime di Kim Jong Un, a seguito delle presunte incursioni con droni da parte di Seoul, che hanno alimentato il clima di tensione tra le due Coree. L’obiettivo di Pyongyang sembra essere quello di rafforzare il proprio potere e la propria deterrenza militare.
L’arruolamento di massa è collegato al più ampio contesto di crescente militarizzazione nella penisola coreana, con un’intensificazione dei test missilistici da parte di Pyongyang e l’espansione delle esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti. La situazione riflette una strategia del regime nordcoreano di dimostrare la propria forza militare e di rispondere in modo aggressivo alle provocazioni percepite, con l’obiettivo di consolidare il controllo interno e negoziare da una posizione di forza.
L’incremento degli arruolamenti sembra avere anche una forte componente ideologica e simbolica, con Kim Jong Un che sfrutta l’opportunità per galvanizzare il supporto interno, promuovendo l’immagine di un popolo unito contro le minacce esterne.